Al Bano ovvero il meno colpevole di tutti — Leo Rugens

Al Bano non paga la simpatia per Putin ma, eventualmente, quella per il presidente kazako Nazarbayev, come vi potrebbe facilmente confermare il suo collega “diplomatico” Ezio Bigotti. Entrambi (Carrisi e Bigotti) sono stati, infatti, nello stesso periodo, consoli onorari del Kazaksthan. Penso, a vedere la caratura dei due, per motivi diversi. Nel caso di Al Bano, non c’è, comunque, nulla di illecito ad essere protagonisti di serate in “Felicità”. Questa notissima canzone, come mi raccontava il buon Voarino, è il vero inno dei legami italo-kazaki e il povero-ricco Al Bano non credo che sia mai andato oltre che al prestarsi a serate di cattivo gusto. A me, che suggerivo altro approccio (Il progetto di diplomazia parallela “Energie Superiori” di cui vi ho fatto cenno in questo blog), è sembrato sempre troppo “pecoreccio/casareccio” lo scambio culturale tra l’Italia e il Kazaksthan. Ma ogni gusto è lecito e a Nazarbayev piacevano Toto Cutugno ed Al Bano. Torniamo ai “diplomatici atipici”.  A volte, dietro ad un console, onorario o meno, c’è solo qualche allegra e canora serata. Altre volte, viceversa, come si è visto nel caso di Bigotti, la veste diplomatica prova a mimetizzare un mascalzone.

A margine di questa bizzarra storia della black list di eventuali amici italiani di Putin (e per tanto nemici dell’Ukraina), qualcuno (a me interessa di più questo aspetto) mi può dire chi, alla Farnesina, istruiva la pratica per confermare l’onorabilità di Ezio Bigotti? Si può cortesemente sapere chi fosse il funzionario/dirigente/diplomatico che sanciva l’irreprensibilità del Pinerolese?

Oreste Grani/Leo Rugens che spesso – o quasi sempre – sa cosa scrive.

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